I NOSTRI MAESTRI:
Johannes Cremerius. Nel 1968 un gruppo di psicoanalisti milanesi, parte dei quali diede successivamente vita alla rivista Il Ruolo terapeutico, iniziò a riunirsi col Prof. Cremerius per discutere di casi clinici. Attraverso la sua “lezione magistrale”, Cremerius, ha saputo mostrare il processo analitico in tutte le sue fasi, attraverso una metodologia molto precisa, in un clima di profonda comprensione emotiva del paziente, e di grande consapevolezza circa il proprio “bisogno” di aiutarlo. Ha indicato, ad esempio, l’utilità di interrogare le fantasie e gli eventuali sogni del terapeuta prima di iniziare una nuova terapia, a sostegno del fatto che i suoi sentimenti e le sue emozioni non sono solamente quelli indotti dal paziente ma anche quelli riferentesi ad un vero e proprio transfert del terapeuta stesso. Cremerius ha svelato il volto umano della psicoanalisi, l’ha smitizzata e riavvicinata a molti che prima (ad esempio gli operati dei servizi) se ne sentivano respinti.
Pier Francesco Galli. La nostra gratitudine per lui va oltre quel sentimento di riconoscenza per chi ha ricoperto pazientemente e affettuosamente il ruolo di Maestro; parte di questa gratitudine è suscitata dalla figura pubblica di Galli, dal suo impegno culturale, scientifico e professionale giocato nell’ambito della “politica” psicoanalitica contemporanea. Si può dire che le radici culturali de Il Ruolo Terapeutico nascano proprio dall’esperienza del Gruppo Milanese per lo sviluppo della Psicoterapia, formalizzato da Galli nel 1962.
Enzo Codignola. Psichiatra e psicoanalista formatosi presso il prestigioso istituto di Kreuzlingen, scomparso prematuramente, ci ha lasciato un’opera di importanza davvero fondamentale. Ci riferiamo a Il Vero e il Falso. In essa Codignola affronta con estremo rigore metodologico il tema della struttura logica del processo interpretativo facendo emergere i connotati logici dell’interpretazione senza ricorrere ad alcuna metateoria.
Giambattista Muraro. Formatosi a Basilea e a Zurigo con P. Sarasin (Presidente della Società psicoanalitica Svizzera, formatosi a sua volta direttamente con S.Freud) e con M. Boss anch’egli allievo di Freud, attraverso la sua originalissima opera Sorpresa ed enigma esplora ciò che può essere definito effettivamente come metodo analitico. Questa ambiziosa ricerca di purezza conduce a teorizzare un modello di pratica analitica i cui standard (capacità dell’analista ed efficacia della terapia) sono portati ai massimi livelli.
Sergio Erba. Fondatore de Il Ruolo Terapeutico, nel corso di una quarantennale attività di psicoanalista e di formatore ha teorizzato un’organica concettualizzazione della prassi psicoanalitica. Tale formulazione fa da sfondo a gran parte della costruzione teorica della Scuola.
Struttura e processo, ruolo e funzione, asimmetria dei ruoli e reciprocità di persone, responsabilità e libertà della persona, “cinquanta e cinquanta” costituiscono le coordinate di una vicenda intersoggettiva, quella analitica, che diventa prassi rigorosa attraverso quegli elementi strutturali (ruolo del terapeuta, setting, principii) che fanno da riferimento precostituito e stabile alla terapia stessa.
La dialettica tra domanda e risposta, la distinzione tra l’obbigo di cura e l’obbligo di risposta, la risposta sulla domanda e non alla domanda… tutto ciò comporta una raffinata competenza terapeutica il cui scopo è quello di aiutare il paziente a riconoscersi soggetto di una domanda e non solo portatore di un bisogno.
Pierluigi Sommaruga. Cofondatore de Il Ruolo Terapeutico, scrive: “Ritengo che elementi transferali siano comunque sempre presenti in ciascuno di noi e che si riattualizzino in ogni relazione quotidiana, ma che solo nel processo analitico vi sia la possibilità, per le caratteristiche del setting e per la competenza del terapeuta, di dar loro un senso conducendoli così a risoluzione”.
CORRENTI DI PENSIERO:
- La scuola britannica delle relazioni oggettuali,con Winnicott e Fairbairn in special modo, una teoria che muove dalla famosa affermazione di quest’ultimo ”La libido non è primariamente orientata alla ricerca del piacere ma alla ricerca dell’oggetto“.
- La psicoanalisi relazionale,corrente psicoanalitica nata negli Stati Uniti con, fra gli altri, Sullivan, Fromm e, in particolare, il lavoro di Stephen Mitchell e la sua definizione ”Un modello relazionale che considera le relazioni con gli altri, e non le pulsioni, l’elemento fondamentale della vita mentale“.
- La teoria dell’attaccamentoche prende le mosse dai lavori di John Bowlby per il quale nell’infanzia il conseguimento del piacere non avviene attraverso una scarica pulsionale, ma attraverso affetto, amore, protezione, prossimità, cura.
- La Psicologia del Sédi Heinz Kohut che, nella centralità data al tema del narcisismo, considerava lo sviluppo e il mantenimento dell’autostima e dell’autocoesione più importanti di sessualità e aggressività .
- “L’Orientamento relazionale”, come insieme organizzatore di queste diverse teorie, è il nome proposto da J. R. Greenberg e S. A. Mitchell nel loro libro “Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica”(Ed. Il Mulino, 1986) che insieme con l’altro scritto di Mitchell “Gli orientamenti relazionali in psicoanalisi per un modello integrato” (Ed. Bollati Boringhieri, 1993), costituisce un punto di riferimento fondamentale per comprendere le basi teorico-tecniche di questa prospettiva.