Questa specie di compromesso ipocrita che oggi l’Unione Europea presenta come se fosse un grande atto di solidarietà conferma la spaventosa inadeguatezza della sua leadership e la stoltezza della logica capitalista. Oggi nel mondo intero abbiamo quasi ovunque leaders che hanno sulla coscienza una moltitudine di vittime, sofferenze strutturali, popoli crocifissi.

Prima, quando le vittime erano gli altri, chi partecipava ai profitti del capitalismo globale voltava la faccia dall’altra parte. Adesso che la catastrofe causata dal virus tendenzialmente non risparmia nessuno (anche se chi prima stava male ora sta peggio degli altri che sono tutelati), assurdamente nemmeno ora vale l’immedesimazione con noi stessi come specie.

Ma i margini per fingere sono finiti. Bisogna capire subito che il pericolo maggiore, più devastante del virus, è dato dalla logica del capitalismo globale e dall’intreccio malefico per cui ogni tipo di soggetto – dagli individui allineati alla logica del sistema ai gruppi sino ai governi e alle istituzioni internazionali – mette in circolo il proprio egoismo. Questa spirale ci spinge sull’abisso dell’autodistruzione.

Il biologo, geografo e storico delle civiltà Jared Diamond (nel libro Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Einaudi) ha studiato le cause ricorrenti dell’estinzione delle civiltà del passato. E ha trovato che le cause della loro fine sono sempre due: la rovina dell’ambiente naturale che le ospitava (soprattutto a causa della deforestazione) e l’incapacità di sviluppare un pensiero nuovo di fronte a una sfida nuova (per cui tali civiltà reagivano a una sfida mortale con la vecchia logica).

Sono esattamente gli errori che gravano su di noi oggi. Se non vogliamo fare la stessa fine delle civiltà estinte molti secoli fa – ma la differenza è che stavolta nessuno si salverebbe – dobbiamo procedere a far valere le ragioni di un altro modo di pensare, che sfoci non più in un’astrazione ma nella lucida visione della realtà della vita. Per questo bisogna abbattere quei Sette Tabù che sono i dogmi indiscutibili della nostra civiltà necrofila, come l’ha scientificamente definita Erich Fromm. Mi riferisco a sette primati ingiustificati e iniqui.

  1. Il primato del capitale sui viventi. Bisogna ripartire dalla Carta delle Nazioni Unite e dalle Costituzioni democratiche. Occorre deporre il capitalismo e le sue istituzioni. Le Borse mondiali vanno chiuse, non riformate. È necessario ricondurre le banche alla funzione del credito posto al servizio del lavoro. Ed è necessario riaprire l’accesso al lavoro vero e dignitoso per chiunque, senza ridurlo più a una merce sul mercato. È assurdo continuare a legare l’economia al laccio di regole astratte che ci fanno del male. Le regole dell’economia si cambiano, i soldi si stampano: nessuno dev’essere oppresso da una scarsità di denaro o di lavoro che viene generata dolosamente da norme e istituzioni impazzite. E dobbiamo smettere di crederci i dominatori degli altri viventi non umani (ma spesso più umani di noi). Deve venire alla luce la civiltà dell’alleanza con la natura, la sola che possa preservare il futuro.
  2. Il primato dell’Occidente sulle altre culture e sugli altri popoli. È urgente attivare il dialogo tra i movimenti popolari di tutto il mondo, non possiamo chiuderci nelle regioni, in Italia o nell’Europa. Gli occidentali devono riscoprire il nucleo migliore delle loro tradizioni (spazzate via dal capitalismo tecnocratico) e imparare dal nucleo migliore delle altre culture, collaborando nello spirito della coralità, come dice Aldo Capitini, perché è accogliente, equo e sinfonico: si canta insieme e al tempo stesso si distingue la voce di ciascuno.
  3. Il primato delle nazioni sull’umanità. Dobbiamo liberarci dai nazionalismi, dai localismi e dal razzismo, perché per tutti la vita è insieme. L’isolamento e la segregazione sono dinamiche di morte. C’è salvezza solo nella solidarietà che non esclude nessuno. E prima possibile bisogna farla finita con oligarchie, monarchie, dittature. finte democrazie e con la disgrazia dell’“uomo forte” al comando: sono la vergogna dell’umanità.
  4. Il primato patriarcale sulle donne. La dominazione maschilista continua a mortificare, con la donna, l’umanità intera, e impedisce la fioritura di tutte le relazioni vitali. Non si può continuare a offendere la dignità delle donne, né possiamo in alcun modo fare a meno della loro libertà e creatività. Oltre tutto, il retaggio del maschilismo fa prevalere nella società logiche astratte, impedendo l’emergere di un sapere più concreto e intelligente. Se non superiamo questa antichissima patologia sessista, non abbiamo futuro.
  5. Il primato della generazione anziana sulla nuova. Il mondo adulto (in particolare quelli che si tengono stretto il potere) continua a sacrificare le nuove generazioni. Oggi dobbiamo sostenere la loro ribellione e lasciare spazio alla loro iniziativa per costruire insieme una società dove nessuno sia penalizzato per l’età che ha. Solo così ogni stagione dell’esistenza potrà essere vissuta degnamente.
  6. Il primato della violenza (variamente modulata) sul dialogo, sulla solidarietà e sulla nonviolenza. Bisogna guarire dalla tenace superstizione per cui i mezzi violenti sono quelli ritenuti più efficaci e comunque indispensabili. A causa di questo pregiudizio micidiale la guerra è rimasta la prima istituzione e l’industria bellica il cuore dell’economia manifatturiera. L’esperienza di Gandhi e quella di molte altre lotte nel mondo hanno dimostrato che i frutti dell’azione politica vengono solo grazie al conflitto nonviolento e alla capacità di prendersi cura della società senza fare vittime. I martiri della resistenza italiana ed europea contro il nazifascismo sognavano una democrazia nonviolenta, non possiamo tradire quel sogno.
  7. Il primato dell’ignoranza sulla conoscenza. La prepotenza di chi oggi governa il mondo è pari solo alla sua ignoranza. Non possiamo più permettere che i moventi principali di chi si candida a ruoli pubblici siano il narcisismo e l’ambizione. Possiamo vivere bene solo se resi consapevoli dalla conoscenza autentica, che è sempre eticamente illuminata. Educazione permanente e accesso al sapere devono essere garantiti a tutti.

Oggi siamo alle prese con l’intreccio perverso tra il virus Covid-19 e i virus della stupidità condensati nei Sette Tabù. Per riaprire il futuro occorre spezzare questa serie di falsità dando attuazione ai criteri alternativi. Ogni obiettivo diverso da questo ci fa solo perdere tempo.

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 Abbattere i sette tabù che ci rovinano – Mancini