“La via semplice della psicoterapia per iniziati e maestri”

recensione di Cristina Micheli

La via semplice della psicoterapia si rivela, anche se a bassa voce, un libro con un’aspirazione ermeneutica su come interpretare l’interpretazione della vita. Gli autori praticano ciò che dicono: resta un flusso non un oggetto riassumibile, più che una lettura è un assaggio dell’esperienza del fluire.

Non evoca però lo stream of consciousness di un preconscio tormentato, ma il tentativo di un luminoso abbandono all’esistere.

Ricerca di un continuo equilibrio tra l’individuo e il cosmo, di un’armonia non ingenua ma capace di accogliere tutto quanto l’essere umano con le sue contraddizioni, rinunciando a cercare una soluzione alla vita.

 Il testo traccia delicatamente un’apertura all’inaspettato, un invito all’ascolto profondo e, nello stesso tempo leggero, di sé e dell’altro .

Procede con un ritmo vicino all’onirico e lascia tracce profumate di fiducia in un bene per questa fragile umanità, parte del misterioso tutto.

Nello specifico della psicoterapia, si propone l’interpretazione come metodo (μετα-ὁδός) e non come farmaco (ϕάρμακον ), quindi uno scambio insaturo e poroso tra la mente del terapeuta e del paziente.
Il non sapere, non possedere, non definire, sono parti essenziali del percorso terapeutico quanto il comprendere e l’analizzare; quasi un portare alla luce ciò che pare oscuro in un rapporto, come quello delle immagini tra sfondo e figura, impossibili l’uno senza l’altra.

Viene raccontato come testimoniare l’amore per il vero psichico richieda necessariamente di tollerare la mancanza e il dolore del cambiamento, innanzitutto da parte del terapeuta.  La verità si delinea  come un accadere, quando qualcosa dentro di noi fiorisce, non come un sacro graal dato una volta per tutte.

Il dialogo tra i due autori procede alla ricerca di una posizione generativa, pur nella consapevolezza del paradosso su cui poggia l’esistenza, un funambolico camminare con il cuore nel fango e gli occhi al cielo.

Emerge la terapia come una comunione dove l’altro viene ben ospitato nella psiche del terapeuta, nel tentativo per entrambi, di sentirsi a casa nella vita. Una leggiadra altalena di riflessioni tra arti, psicologia occidentale  e spunti di sapienza orientale.

Si viene trasportati da venti che soffiano tutti nella stessa direzione: solo il fondamento poetico della mente, come ricorda Hillman, ci connette al senso più profondo e apre alla trascendenza.

Cristina Micheli

"La via semplice della psicoterapia per iniziati e maestri" - recensione di Fulvia Ceccarelli