Wondy è il nickname di una donna coraggiosa il cui nome è Francesca Del Rosso; la sua storia ha commosso l’Italia e oggi che fisicamente non c’è più continua a essere testimonianza di qualcosa su cui vale decisamente la pena riflettere.

Francesca ha lottato per sei anni contro il cancro; è vero che, come ricorda suo marito in una commovente lettera, ha perso la battaglia, ma ha trionfato lo stesso. Perché con la sua storia ha testimoniato coraggio e passione di vivere nonostante tutto. I suoi pensieri e le sue immagini rivivono oggi in una mostra itinerante dal titolo “In viaggio con Wondy”; sono 15 tavole che percorrono simbolicamente alcune tappe della sua vita. Ci sono i viaggi di Francesca, la sua famiglia, gli amici, il suo lavoro di giornalista e scrittrice.

C’è lei e ciò che pensava, c’è Francesca e c’è Wondy.

C’è anche il cancro che l’ha colpita, e che lei ha sempre chiamato col suo nome, conducendo una personale battaglia contro il cattivo uso delle parole. Il cancro è una malattia, non si dice per esempio “la mafia è un cancro” perché ciò destituisce la parola del suo significato reale. E questa è una delle lezioni che si imparano nel vedere la mostra, che è qualcosa di più di una semplice visita; è un’esperienza di vicinanza e conoscenza con una testimone di coraggio.

L’associazione intitolata a Wondy-Francesca si propone di divulgare tutto questo, ovverosia la resilienza; la capacità di trasformare difficoltà e traumi in un motore di ricerca personale, riorganizzando la propria vita senza cedere alla disperazione.

Resilienza è un termine mutuato dal linguaggio metallurgico, divulgato dalla psicologia e recentemente rimbalzato molto sul web per descrivere fenomeni anche molto diversi fra loro, ma il cui comune denominatore è sempre l’arte di trasformarsi dopo eventi negativi, conservando la propria integrità.

Non credo sia importante qui trovare un sinonimo più vicino al linguaggio psicoanalitico, perché quello che passa conoscendo Wondy attraverso ciò che ci ha lasciato è vita pura, nel suo significato più profondo, difficile comunque da tradurre in parola; a meno che non lo si pronunci e scriva col nome incarnato da lei stessa, allora non sarà resilienza ma semplicemente Wondy, la meravigliosa.

Tania Farris

_________________________________________________________________________________

SCARICA L’ARTICOLO IN FORMATO PDF:

Wondy